Luoghi da visitare

Castello Normanno

Un documento dell’892, conservato nell’abbazia di Cava de’ Tirreni, attesta l’esistenza del castello già in epoca longobarda. Radicalmente restaurato e ingrandito dai Normanni, il maniero fu poi gravemente danneggiato nel 1255 quando la piazzaforte venne presa a tradimento dai Saraceni di Lucera.

Tuttavia il castello fu risistemato già nel 1266 grazie a Carlo I d’Angiò e venne poi ulteriormente ampliato nel Quattrocento su disposizione di Ferdinando II d’Aragona. Pertanto, nonostante la struttura possa essere datata sotto il profilo costruttivo tra i secoli XI e XII, essa presenta esternamente le caratteristiche peculiari dell’architettura aragonese.

Vista
Ingresso Museo
Castello Normanno Ariano
Bellissima Veduta Che

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Sorta nel X secolo sugli antichi ruderi di un tempio di Apollo, l’edificio non di rado è stato colpito da saccheggi e terremoti, andando incontro a diversi rifacimenti nel corso dei secoli. Del suo primitivo complesso si sa soltanto che, dopo essere stato rovinato da un terremoto nell’anno 988 (la data è incerta, alcuni dicono 989 o 990), fu velocemente ricostruito per rimanere pressoché intatto fino al 1255. In quell’anno le milizie di Manfredi, dopo essere riuscite ad espugnare la cinta muraria, il 5 aprile, lo devastarono insieme al resto della città, che si era sempre mantenuta fedele al papato. Il nuovo re, Carlo I d’Angiò, dopo aver sconfitto Manfredi, fece riedificare molti dei luoghi distrutti dall’avversario a partire dal 1266: tra questi vi era anche la città di Ariano unitamente al suo duomo, che però fu completato molto più tardi, nel 1309.

La nuova costruzione fu danneggiata dal sisma del 1349 e poi devastata dal grande terremoto del 1456. Il vescovo di quel tempo, Orso de Leone, si fece carico del restauro, del quale ancora si possono ammirare i resti nell’antico soccorpo e nella parte inferiore dei pilastri interni (ora intonacati). Nuovi eventi funesti investirono la basilica con i terremoti del marzo 1517, del giugno 1688, del settembre 1694, del marzo 1702 e, soprattutto, del novembre 1732. In particolare, nell’ultima occasione l’allora vescovo Filippo Tipaldi completò la nuova costruzione del sacro edificio nel 1736, dandole la struttura e le forme moderne.

Danneggiata nuovamente dal terremoto del 1962, la cattedrale venne quindi sottoposta a lunghi rimaneggiamenti per poi riaprire al culto nel 1982 mentre il campanile, crollato a seguito del sisma del 1980 senza fare vittime, venne ricostruito in una fase successiva.

Basi1
Basi2
Basi3
Basi4

Villa Comunale

La villa comunale non trae origine dalla corte del castello poiché questa, unitamente alle cisterne (destinate alla raccolta dell’acqua piovana) e alla Torre Grande (la residenza del castellano, di cui rimangono solo i ruderi), era ubicata all’interno della cinta muraria e in posizione sopraelevata; i terreni su cui è impiantata villa comunale furono invece ricavati dalla serie di fossati, ripe e contrafforti che cingevano il maniero (il cui ingresso era situato sul lato meridionale): per esigenze difensive tali suoli non potevano infatti essere edificati né arborati né coltivati ma erano gravati da uso civico e, in tempo di pace, destinati a pascolo pubblico con la denominazione di Castello e Pastino.

In effetti i pascoli, oltre a rivestire l’intera altura del castello, si estendevano anche al sottostante colle dei Pàsteni, un’area relativamente meno elevata ma strategicamente rilevante e popolata fin dall’epoca pre-romana (i resti di un insediamento rinvenuto in loco risalgono quantomeno all’epoca dei Sanniti-Irpini, se non prima).

Villa1
Villa2
Villa3
Villa4

Castello D'Aquino

A dominare il vecchio abitato della “Fratta” è ancor oggi il Castello d’Aquino, appartenuto per diversi secoli alle diverse famiglie feudatarie che si sono avvicendate nel possesso della baronia di Grottaminarda, mentre dal 1988 è di proprietà comunale.

L’impianto originario della fortezza risale con molta probabilità all’epoca alto medioevale e dovette essere ampliato intorno alla prima metà del secolo XII, quando venne installata anche la cinta muraria difensiva dell’abitato medievale, documentata già a partire dal 1137.

Aquino1
Aquino4
Aquino2
Aquino3

Parco archeologico di Aeclanum

Antica città di Aeclanum, uno dei principali centri della tribù sannitica degli Irpini. La zona è posta tra le valli del Calore e dell’Ufita, ove è stata attestata la presenza dell’uomo sin dall’età preistorica, in quanto scavi archeologici effettuati negli anni ’50 nella vicina località “Madonna delle Grazie” dal prof. G. O. Onorato, hanno evidenziato le strutture arcaiche di un villaggio con annessa necropoli.

Il popolo che dette poi origine agli Irpini giunse a contatto con i primitivi abitanti di stirpe osca insediati in quel territorio intorno al VI – V secolo a.C. e, superatone l’iniziale resistenza, si amalgamarono con quelle popolazioni unendo le tradizioni, gli usi ed i costumi. In seguito al loro stanziamento in quella parte dell’Italia centro meridionale vennero fondate diverse città come Aeclanum, Abellinum (Atripalda), Maleventum (Benevento), Aquilonia (Lacedonia), Rotulea (da localizzare in Baronia), Aequum Tuticum (a 10 km da Ariano Irpino). Tutti questi centri, a seguito degli sconvolgimenti causati dalle guerre sannitiche, furono in seguito conquistati dai Romani e ricostruiti secondo i criteri e le esigenze dei nuovi conquistatori.

Aeclanum1
Aeclanum2
Aeclanum3
Aeclanum4